Questo progetto nasce dall'esigenza di supportare la comunicazione sul valore delle vaccinazioni pediatriche e di guidare i genitori ad una corretta gestione di eventuale comparsa di febbre e dolore post vaccino.
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Ecco una serie di approfondimenti riguardanti la vaccinazione. Clicca su uno dei seguenti post per visualizzarne il contenuto.
Per ogni vaccino è stabilito un calendario vaccinale di somministrazione, vale a dire l’indicazione dei vaccini obbligatori e raccomandati con le tempistiche previste per la loro somministrazione, che riguarda sia le vaccinazioni dell’infanzia, sia quelle per gli adolescenti, gli adulti e gli anziani. Il calendario vaccinale è riportato nel Piano Nazionale delle Vaccinazioni, a sua volta aggiornato periodicamente in base all’andamento delle malattie infettive e alle decisioni intraprese dal Ministero della Salute.
Contrarre la malattia in realtà può causare una serie di complicanze anche gravi che possono essere prevenute soltanto dalla vaccinazione. Nessuno di noi può sapere a priori se, infettandosi con una determinata malattia, avrà un decorso tranquillo oppure se rischia di andare incontro a conseguenze anche gravi. Anche per questo è fondamentale vaccinarsi: si protegge sé stessi e coloro a cui vogliamo bene o che frequentiamo abitualmente. La vaccinazione è importantissima: è uno dei principali sistemi di prevenzione attiva delle malattie infettive.
La durata della protezione dipende dalla capacità dello specifico vaccino di stimolare la risposta anticorpale e la memoria immunologica; per questo motivo possono essere necessarie più dosi o più richiami. I vaccini si comportano in modo simile alle malattie infettive che prevengono.
Al momento non esistono test predittivi che possano prevedere eventuali reazioni individuali e non è necessario effettuare alcun esame diagnostico prima di effettuare le vaccinazioni di routine. Nessun test di laboratorio è in grado di identificare i bambini che sono a maggior rischio di andare incontro alle rarissime reazioni avverse. Nonostante gli effetti collaterali dopo le vaccinazioni siano molto rari, è indispensabile però ricorrere a tutte le precauzioni efficaci a ridurne al minimo la frequenza. Per questo motivo, prima della vaccinazione vengono poste una serie di domande per escludere gli individui che potrebbero avere maggiore rischio di reazioni avverse.
In una piccola percentuale di casi il bambino vaccinato può avere la febbre. Nella maggior parte delle vaccinazioni questa condizione si osserva in genere 1-2 volte ogni 10 bambini vaccinati e può essere facilmente spiegata dal meccanismo di azione del vaccino stesso. Infatti la somministrazione delle vaccinazioni produce, in modo molto simile all'infezione naturale, una stimolazione specifica del sistema immunitario, ma senza che si sviluppi la malattia. Come nel caso della malattia naturale, il sistema immunitario attiva una serie di reazioni, una delle quali è proprio la febbre. Quest'ultima può insorgere in tempi diversi a seconda del tipo di vaccino. In caso di rialzo febbrile accompagnato a malessere, o di temperatura elevata, è utile la somministrazione di un antifebbrile.
Gli antipiretici sono farmaci sintomatici, servono cioè a combattere i sintomi di febbre e dolore che possono dare fastidio al bambino, e vanno somministrati solo quando il bambino ne ha veramente bisogno. Gli unici due farmaci raccomandati per il trattamento di febbre e dolore in età pediatrica sono ibuprofene e paracetamolo.
I due farmaci mostrano un profilo di efficacia e di sicurezza sovrapponibili.
Dosaggio terapeutico di Ibuprofene:
10 mg/kg/dose al bisogno, per massimo 3 somministrazioni al giorno (a partire dai tre mesi)
Dosaggio terapeutico di Paracetamolo:
10-15 mg/kg/dose per 4/6 somministrazioni al giorno
Per essere sicuro di utilizzare il dosaggio corretto e per maggiori informazioni sull'utilizzo dei farmaci rivolgiti sempre al tuo pediatra
Quando si programma un viaggio in un Paese remoto è consigliabile verificare di essere in regola con le vaccinazioni previste nel calendario vaccinale con il proprio pediatra e recarsi in un Centro per le Vaccinazioni Internazionali almeno 8 settimane prima della partenza, poiché, in alcuni casi, completare le vaccinazioni utili può richiedere tempo. Chi viaggia in alcuni Paesi del Mondo corre infatti il rischio di contrarre malattie sconosciute in Italia, molte delle quali si prevengono con la vaccinazione. Alcune vaccinazioni utili per chi viaggia sono: febbre gialla, febbre tifoide, colera, epatite A, encefalite giapponese, encefalite da zecche e rabbia.
Nei vaccini vivi attenuati il microrganismo che genera l'infezione viene manipolato per renderlo meno aggressivo, mentre nei vaccini interi inattivati il microbo dell'infezione viene ucciso ed è totalmente incapace di moltiplicarsi. I vaccini purificati contengono solo uno o più frammenti del microrganismo, ovvero solo quelle molecole necessarie al sistema immunitario per riconoscerlo e per attivare una specifica risposta immune. I vaccini coniugati contengono unicamente zuccheri complessi della capsula del microbo, fissati (coniugati) a una proteina di trasporto per essere meglio riconosciuti dal sistema immunitario. Nei vaccini con vettore un frammento importante del microrganismo è inserito in un virus o in un batterio che non provoca malattie nell'uomo. I vaccini a base di RNA messaggero (mRNA) consistono nell'iniezione di un frammento di materiale genetico del microrganismo avvolto in una goccia di olio (liposoma).
I vaccini sono tra i farmaci più sicuri e controllati ma, poiché devono stimolare il sistema immunitario simulando il contatto con l’agente patogeno a cui devono conferire protezione, possono dare luogo a reazioni locali e sistemiche come il dolore o la febbre, a causa dell’infiammazione associata all’attivazione della risposta immunitaria.
La maggior parte delle reazioni avverse alla vaccinazione sono lievi, si presentano generalmente entro un giorno o due dalla somministrazione (con alcune eccezioni, per esempio le reazioni alla vaccinazione con il vaccino morbillo-parotite-rosolia (MPR) e morbillo-parotite-rosolia-varicella (MPRV) possono presentarsi dopo 5-12 giorni) e includono reazioni locali come dolore, gonfiore o rossore nel sito di iniezione e reazioni sistemiche come febbre, malessere, dolori muscolari e cefalea, che possono essere facilmente trattati con applicazione locale di ghiaccio oppure somministrazione di paracetamolo o ibuprofene.
I vaccini possono causare però anche effetti collaterali gravi, ma si tratta di eventi rari o estremamente rari.
L’effetto più temibile, in quanto può essere letale, è lo shock anafilattico, una reazione allergica che si verifica con una frequenza di un caso su un milione di dosi di vaccino. Per questo la vaccinazione ai bambini è sempre effettuata in un ambulatorio con la presenza di un medico ed è necessario aspettare almeno 20 minuti dopo la somministrazione del vaccino in modo poter intervenire tempestivamente in caso di shock anafilattico. Per tutte le informazioni è sempre utile rivolgersi al Pediatra o agli Operatori Sanitari del Centro Vaccinale.
Dai diversi studi condotti per valutarne la fondatezza scientifica, ad oggi non c’è stata alcuna dimostrazione dell’ipotesi che possa esistere un rapporto fra l’aumento delle allergie nei bambini e l’aumento del numero dei vaccini somministrati. Esistono invece diversi studi che dimostrato il contrario, ossia le vaccinazioni praticate in età pediatrica non aumentano il rischio di sviluppare allergie e asma.
Secondo i risultati di alcuni studi, i bambini regolarmente vaccinati sembrerebbero addirittura essere meglio protetti contro lo sviluppo di allergie nei primi anni di vita, mentre nei bambini con dermatite atopica la vaccinazione contro il morbillo non solo non aggraverebbe la dermatite, ma potrebbe persino migliorare alcuni parametri immunologici di questo disturbo.
Infine, proprio i bambini con patologie allergiche, a parte specifiche controindicazioni valutate dal pediatra, sono una popolazione a rischio per la quale c’è indicazione a tutte le vaccinazioni, obbligatorie e raccomandate.
I dati scientifici hanno dimostrato chiaramente che molte vaccinazioni possono essere fatte insieme, senza nessun problema. Anzi sembra addirittura che siano più efficaci, perché stimolano maggiormente il sistema immunitario.
I vaccini possono essere già preparati insieme nello stesso flacone o nella stessa fiala (vaccini combinati) oppure più vaccini possono essere somministrati nello stesso momento con due (o più) iniezioni diverse o per altre vie di somministrazione. Questo non modifica l’efficacia dei singoli vaccini e non aumenta gli effetti collaterali, anzi migliora e potenzia la risposta del sistema immunitario.
Somministrare più vaccini contemporaneamente permette anche di evitare che vengano fissati appuntamenti frequenti e ravvicinati che potrebbero essere dimenticati e provocare ritardi nella vaccinazione e ha, inoltre, il vantaggio, quando si usano vaccini combinati, di ridurre il numero di iniezioni e quindi il disagio e lo stress del bambino e dei genitori.
Il primo anno di vita è di fondamentale importanza per immunizzare il bambino contro alcune delle più importanti malattie prevenibili da vaccino, somministrando i cicli di base che richiederanno poi (nella maggior parte dei casi) dosi di richiamo successive.
La somministrazione dei primi vaccini è prevista a 2 mesi compiuti (dal 61° giorno di vita). In questo periodo, infatti, gli anticorpi ricevuti dalla mamma durante la gravidanza diminuiscono e il bambino diventa vulnerabile nei confronti di molte malattie infettive.
I primi vaccini somministrati sono l’esavalente (vaccinazione obbligatoria contro difterite, tetano, pertosse, poliomielite, epatite B, haemophilus influenzae) e l’antipneumococco e l’antirotavirus (vaccinazioni raccomandate). Nel corso del primo anno di vita è necessario effettuare almeno un’altra dose di vaccino antirotavirus e altre due (dopo 2 e dopo 8 mesi dalla prima dose) di esavalente e antipneumococco; questo per garantire che l’efficacia protettiva sia ottimale.
Nel corso degli ultimi decenni c’è stata una grande quantità di disinformazione riguardo ai vaccini e il loro presunto legame con l’autismo che ha causato molta preoccupazione tra i genitori e ha portato a una diminuzione delle vaccinazioni in alcune comunità.
Il falso mito che i vaccini causino l’autismo ha avuto origine da uno studio pubblicato nel 1998 da Andrew Wakefield e colleghi sulla rivista medica The Lancet. Questo studio suggeriva un legame tra il vaccino MPR (morbillo, parotite e rosolia) e l’autismo. Tuttavia, successivamente, si è scoperto che lo studio era gravemente viziato da errori metodologici e conflitti di interesse (Wakefield aveva infatti ricevuto finanziamenti da avvocati che stavano preparando cause legali contro i produttori del vaccino) e nel 2010 The Lancet ha ufficialmente ritirato lo studio e Wakefield è stato radiato dall’Ordine dei Medici nel Regno Unito per cattiva condotta professionale.
Numerosi studi successivi hanno esaminato il presunto legame tra vaccini e autismo e hanno concluso che non esiste alcuna associazione. Tutte le organizzazioni sanitarie mondiali hanno concluso che i vaccini sono sicuri ed efficaci e non causano l’autismo.
Le vaccinazioni spesso possono essere accompagnate da reazioni come ad esempio la febbre e/o il dolore.
Questa piccola guida si propone di fornire ai genitori alcune informazioni utili su come gestire queste reazioni e come affrontare al meglio le prime preoccupazioni.
Le reazioni post vaccinazione sono ampiamente compensate da benefici incalcolabili della prevenzione di numerose malattie infettive, sia per il singolo bambino sia per l'intera società.
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Come affrontare le prime vaccinazioni senza preoccupazione e l'eventuale comparsa di febbre e/o dolore dopo una vaccinazione?
Guarda la video intervista al Dottor Giuseppe di Mauro, Presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.
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